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La diocesi di Cassano all'Ionio (in latino: Dioecesis Cassanensis) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Cosenza-Bisignano appartenente alla regione ecclesiastica Calabria. Nel 2006 contava 105.000 battezzati su 106.000 abitanti. È attualmente retta dal vescovo Mons. Nunzio Galantino.

Il patrono della diocesi è San Biagio, vescovo di Sebaste e martire, commemorato il 3 febbraio.

Territorio
La diocesi comprende 22 comuni della provincia di Cosenza: Albidona, Alessandria del Carretto, Altomonte, Amendolara, Canna, Cassano all'Ionio, Castrovillari, Cerchiara di Calabria, Francavilla Marittima, Laino Borgo, Laino Castello, Montegiordano, Morano Calabro, Mormanno, Nocara, Oriolo, Rocca Imperiale, Roseto Capo Spulico, San Lorenzo Bellizzi, Saracena, Trebisacce, Villapiana.

Confina a nord con la regione ecclesiastica Basilicata, a sud-ovest con la diocesi di San Marco Argentano-Scalea, a sud con l'eparchia di Lungro e l'arcidiocesi di Rossano-Cariati.

Sede vescovile è la città di Cassano all'Ionio, dove si trova la cattedrale della Natività della Beata Vergine Maria.

Il territorio è suddiviso in 47 parrocchie raggruppate in 3 vicariati foranei: Cassano, Castrovillari e Alto Ionio.

Storia

Il primo documento attestante la sede episcopale di Cassano potrebbe risalire al pontificato di papa Ilario (461-468): tra i sottoscrittori degli atti del sinodo celebrato nel 465 a Roma nella basilica di Santa Maria Maggiore compare, infatti, un Caprarius (o Capsarius), episcopus Cassanen.

Secondo Duchesne, la diocesi di Cassano potrebbe essere stata eretta quando la città fu riconquistata dai Bizantini, e comunque dopo la prima stesura della Notitia Episcopatuum ad opera dall'imperatore bizantino Leone VI (886-912) e databile all'inizio del X secolo (verso 901-902). Cassano infatti appare solo nelle successive versioni della Notitia Leonis; e forse il suo territorio fu scorporato da quello dell'arcidiocesi di Rossano.

Notizie più sicure risalgono all'XI secolo: nel 1059 un anonimo vescovo greco-bizantino di Cassano, insieme al praesopus di Gerace, tentando di opporsi all'espansione dei Normanni nell'Italia meridionale, guidò un assalto alla fortezza di San Martino, nella valle delle Saline, subendo una cocente sconfitta.

Nel corso del medioevo la Chiesa di Cassano andò soggetta ad alterne vicende, passando con estrema rapidità dalla dipendenza dall'arcidiocesi di Reggio all'immediata soggezione alla Santa Sede.

La diocesi venne costituita suffraganea dell'arcidiocesi di Reggio probabilmente sin dalla fondazione (nell'VIII secolo le autorità bizantine istituirono la provincia ecclesiastica della Calabria, elevando Reggio alla dignità metropolitica e affidando alla sua giurisdizione tutte le diocesi della regione): occupando l'estremità settentrionale della Calabria, territorio conteso da Longobardi e Bizantini, Cassano conservò il rito latino (diversamente da Reggio, che aveva adottato la liturgia orientale) e pertanto con una bolla del 24 marzo 1058 papa Stefano IX la dichiarò, insieme alle altre diocesi della valle del Crati (Cosenza, Malvito, Bisignano e Martirano), suffraganea di Salerno.

Essendo Reggio stata conquistata dai Normanni (1060) ed essendo tornata al rito latino, il metropolita reggino reclamò la soggezione di Cassano: papa Pasquale II, però, la dichiarò immediatamente soggetta alla Santa Sede, privilegio confermato da Callisto II. Tornò a dipendere dalla Chiesa di Reggio probabilmente per volere di papa Eugenio III (1145-1153), ma non esistono documenti: figura, comunque, tra le diocesi suffraganee di Reggio in un atto di papa Alessandro III del 19 novembre 1165.

Cassano figura di nuovo immediatamente soggetta alla Santa Sede in una bolla di Bonifacio VIII del 1303, ma pochi anni dopo papa Giovanni XXII in una bolla del 24 ottobre 1334, riferendosi all'elezione di un vescovo di Cassano, sottolinea che questa è stata confermata dal metropolita di Reggio. Venne restituita all'immediata soggezione il 5 dicembre 1454, per volere di papa Niccolò V, ma papa Pio II con la bolla Disponente Domino del 21 gennaio 1459 tornò ad affidare Cassano alla giurisdizione dell'arcivescovo di Reggio.

Nella prima metà del XVI secolo la diocesi di Cassano venne data in commenda o amministrazione ad alcuni cardinali di Curia: a costoro Clemente VII e Paolo III concessero il privilegio dell'esenzione personale.

Nella bolla De utiliori di papa Pio VII del 27 giugno 1818, con la quale venivano riformate le giurisdizioni ecclesiastiche del regno di Napoli, la sede di Cassano appare fra quelle immediatamente soggette alla Santa Sede.

Nel 1898 cedette Maratea, dove ancora si trova la basilica di San Biagio patrono della diocesi stessa.

Il 13 febbraio 1919 in seguito all'erezione dell'eparchia di Lungro con la bolla Catholici fideles di papa Benedetto XV, la diocesi cedette i paesi di lingua albanese e rito bizantino che rientravano nel suo territorio.

Il 5 gennaio 1973 le parrocchie lucane della diocesi sono state cedute alla diocesi di Anglona-Tursi ed in cambio sono stati aggregati a Cassano i paesi dell'Alto Ionio Cosentino.

Il 4 aprile 1979 ha ceduto il vicariato di Scalea alla diocesi di San Marco Argentano.

Il 30 gennaio 2001 con la bolla Maiori Christifidelium papa Giovanni Paolo II ha elevato alla dignità di sede arcivescovile e metropolitana l'arcidiocesi di Cosenza-Bisignano e la diocesi di Cassano all'Ionio è entrata a far parte della sua nuova provincia ecclesiastica.

Il 21 giugno 2014 ha ricevuto la visita pastorale di papa Francesco.

 

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